martedì 25 marzo 2014

Viking attacca il Dado Critico: "Non sai proprio giocare" (a Keyflower)

Ho ricevuto una mail di "un altro 40 enne", che segue il mio blog e che si è ritrovato un sacco nelle mie digressioni nostalgiche. Mi ha scritto "Ehi, anche per me Edwige Fenech è stata il mio primo grande amore".
Ecco: nel salutare l'amico (che mi ha anche strappato la promessa di provare Race for the Galaxy e parlarne sul blog) colgo l'occasione per una precisazione: Edwige fu il mio SECONDO grande amore. Indubbiamente fu quello più "fisico", ma ci fu una donna che prima di lei fece battere forte il mio cuore di bambino.
Maya, l'aliena di Spazio 1999
Ho immaginato un sacco di avventure nello spazio con te, Maya, ti ho salvata da astronavi in fiamme e mostri alieni cattivissimi, e portata in braccio non so quante volte (nelle avventure finivi sempre ferita alle gambe da un colpo di striscio).
Mi sembrava giusto riportare l'errata corrige.
Per Maya. E per quel bambino che la sognava.
(Caro 40enne pari requisiti, se condividiamo anche questa, domani sera ti voglio a casa mia, e non accetto un no).

Di quante ore di sonno ha bisogno l'homo erectus, un impiegato vulgaris sulla quarantina?
Otto? Sette? Sei?
Non lo so.
Ma so che quattro non sono sufficienti.

Mi scrive su whatsapp "Sono davanti al tuo citofono".
Ci siamo accordati così, di non suonare, nel caso mia figlia fosse già a letto. Precauzione inutile. Gli apro.
Quando Viking entra in casa mia, con un borsone di giochi a tracolla, la mia piccola sta finendo di guardare Chica Vampiro dal divano.
Ci prendiamo un caffè mentre la moglie avvia le pratiche di messa a nanna della piccola (che comunque fa in tempo a sbirciare nel borsone e a subodorare giochi in cucina!). Cerca di procrastinare la nanna con la scusa del bicchiere d'acqua, dello spuntino serale, del "Non trovo più Hamtaro" (il peluche), di una seconda lavata di denti perchè se n'è dimenticata uno.... ma la santa moglie conosce tutti i trucchi.
Le donne vanno a letto.
Chiudo la porta della cucina. Faccio il cambio delle luci cucina-cucinino.
Possiamo cominciare.

Keyflower
Gioco per 2-6 giocatori, indipendente dalla lingua, meccaniche di aste e piazzamento, prezzo attorno ai 50€.
Solito accenno alle meccaniche. Ogni giocatore comincia con l'esagono centrale del proprio villaggio e un pugno di exogini pescati a caso da un sacchetto felpato. La partita si sviluppa lungo le 4 stagioni, con nuove golose tessere che entrano in gioco ad ogni cambio stagione. Le tessere (esagonali, ognuna diversa e con un diverso effetto) vengono messe all'asta e i giocatori puntano i propri exogini secondo queste regole: 
1-il primo giocatore che offre, determina il colore d'asta per quel singolo esagono. Al rosso si può rilanciare solo col rosso, al blu col blu e così via.
2-è possibile attivare l'esagono durante la fase asta e incassarne istananeamente gli effetti. Tuttavia il vincitore dell'asta si frega sia l'esagono che l'eventuale exogino a cavalcioni di essa.
3-se si è in "minoranza" nell'asta, è possibile spostare i propri babaci su un'altra tessera (il che rende l'asta estremamente dinamica e apre la strada a bluff, doppio bluff e contropaccotto).
Finita la fase asta e determinato chi prende cosa, si posizionano gli esagoni nel proprio villaggio (seguendo le linee paesaggistiche e i collegamenti stradali e di fiume).
Gli esagoni producono e trasformano risorse, spammano benefit vari e permettono il refill di nuovi exogini (oltre gli immancabili punti vittoria).

Il gioco è fortemente interattivo e le strategie per far punti e rompere i cabasisi all'avversario mi sono sembrate davvero tante (dimenticavo: era la mia prima partita, il gioco l'ha sponsorizzato Viking). 
Quest'uso atipico degli exogini (o meeples, omini, babacetti, trippolini) e il meccanismo dei colori ad essi legati mi è piaciuto davvero molto (credo di essermi informato con Viking "E...quanto l'hai pagato?" dopo i primi 10 minuti di gioco). Lo ammetto: ho qualche pregiudizio contro i giochi che mescolano più meccaniche, e temevo un po' tutte le promesse di cui sembrava farcito Keyflower, e invece... beh, sono davvero contento di essermi sbagliato.
Gran gioco. Impegnativo, ricco, strategico.

La partita è durata 3 ore, 4 caffè, una birra artigianale alla castagna e un sacchettone magnum di Dixie.
Ce la siamo presa molto comoda, alternando momenti catartici a riflessioni sui paradossi del nostro lavoro, istanti di lucidità ludica in cui ci scannavamo per l'esagono-barca a variazioni sul tema "Ma se mollassimo l'informatica e ci mettessimo a vendere lupini e ceci secchi ai concerti?", con una ricca parentesi reciproca di "La prossima volta devo troppo farti provare un gioco che...".
Agli sgoccioli delle due di notte la partita si è conclusa con un gap di un centinaio di punti fra me e Viking, che sportivamente ha commentato "Allora, la volta scorsa in birreria avevi fatto il gagà, eh, con Biblios, e mo le hai prese sazio".
Effettivamente le mie giocate di contrasto sugli esagoni in casa Viking non hanno combinato gran che, e neanche nel mio villaggio le ciambelle col buco si sono proprio sprecate.
Ma come ho spiegato a Viking i giochi nei quali riesco a combinare poco nella prima partita o che mi bastonano secco (come nel caso di Ghost Stories) mi intrigano molto di più di quelli nei quali riesco a destreggiarmi in pochi turni. Non credo sia masochismo, quanto invece la sensazione che il gioco sia ancora aperto e che mi riservi grandi sorprese.

Di quante ore di sonno abbiamo bisogno?
Che diavolo ne so.
So che la mattina dopo svegliarmi alle 6.00 è stata durissima e quando alle 8.05 in ufficio è arrivata la prima telefonata, ho pensato "Non ce la posso fare, non ce la farò mai".
Ma alla fine ce la facciamo sempre, io e voi.
Grazie Viking per la bella serata.
E un grazie speciale all'inventore del caffè.

2 commenti:

  1. Grande serata! Adesso però dobbiamo organizzare la bella su terreno neutrale (ci vuole un gioco in cui entrambi possiamo dar sfogo a tutta la nostra esperienza da boar gamer accaniti). Grazie DADO!
    viking

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  2. Nonostante sia un assiduo frequentatore di siti come Uplay ed Egyp ammetto che non avevo sentito mai parlare della maggior parte dei giochi che vedo nel blog! Mi piacerebbe unirmi a voi per ampliare la mia "cultura ludica" ma visti i 700 km che ci separano dovrò farmi bastare il blog!! :-) P.S - ma fate sempre così tardi?? :-)

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