giovedì 28 aprile 2016

Fuguchinko No Go: gioca o muori

La scimmia ha visto il barattolo nel quale raccolgo gli spicci. Si arrampica sulla mensola, lo prende e comincia a sbatterlo sul pavimento. Un rumore lancinante di metallo e vetro. Il barattolo è la mia testa, o lo è il pavimento, uno dei due.
Apro gli occhi. Mi sveglio nel vomito. Il mio. Sul pavimento della mia cucina. Ghiacciato.
Mi tiro su. Secondo il dvd appoggiato al televisore, mi hanno appena fregato.

Lo infilo nel lettore.
PLAY
.
Prima nevischio. Poi compare il giapponese. L'emicrania mi complica il nome, già complicato di suo, ma lo conosco.
E' seduto nella mia cucina. Con uno stivale appoggiato sulla mia schiena. Ho una brutta cera, in video.
Mostra alla telecamera una siringa e dove me l'ha affondata, alla base della nuca, un puntino rosso.
Mi spiega che non dovevo provare a fregare Mr.Wallover, e che mi ha iniettato il Fuguchinko No Go.
Prova a spiegarmelo nel suo italiano al nastro all you can eat, ma capisco solo Pachinko, Batraco-Tossina e Droga Sintetica.

martedì 26 aprile 2016

Alone


Schiavo dell'imprinting con la Wizard of the Coast, del quale mi libererei volentieri se solo potessi spezzarne le catene, improbabile maciste del mio dna. Ma le catene rinnovano gli anelli per resistere alla fiamma ossidrica e alle pinze tagliabulloni, prendono la forma della catena di una bicicletta con le mollette nei raggi, quando sei un bambino, ammorbidiscono in una coppa C di Intimissimi, da adolescente, e a 40 anni ti ritrovi schiavo del Vampiro di Sengir. E poi passi ai cubetti risorse, ai segnalini risorse, perchè le dipendenze per restare tali devono avere un progress, lento ma inesorabile; nessuno imbocca il tunnel dell'azzardo infilando per prima una banconota da 100€ nella slot machine, nessuno riempie lo stantuffo della siringa fino all'orlo alla sua prima vena, e nessuno passa da Monopoli a Wir Sind Das Volk.
Passetti. Che diventano zompi. Che diventi zombie.
Ma resti debole alla nostalgia per quei giochi che ti hanno accompagnato mano nella mano fin sul bordo del baratro, che ti hanno (ahahah!) fatto scoprire un mondo. Kryptonite buona, la chiami, frizionandoti le gengive con un Cave Goblin di Summoner Wars solo per uso terapeutico, per lenire il dolore delle dacci oggi le nostre frustrazioni quotidiane, e almanaccando che comunque il glutammato fa più male.

martedì 19 aprile 2016

su Blue Moon e Blue Moon Legends (in the moonlight shadow)

Romics 2016. Un esponente di Casa Pound getta della Coca Cola su uno stand di fumetti, col chiaro intento di danneggiare il fumetto satirico "Quando c'era Lvi".
Per essere sicuro di fare proprio un lavoro coi fiocchi, registra tutto con un telefonino, e poi carica il video sul suo profilo facebook.
E' un attimo e il video diventa virale sul web diffondendosi a macchia d'olio (di ricino), con migliaia di condivisioni e in caduta centinaia di migliaia di visualizzazioni e messaggi di solidarietà ai tre disegnatori del fumetto.
La notizia viene battuta dal Messaggero, Corriere della Sera, Repubblica, Fatto Quotidiano, e decine di media minori, con una pubblicità al piccolo fumetto che non ha precedenti.


Ragazzi: io ci vedo una grossa opportunità, e dico davvero.
Facciamolo anche noi con i giochi da tavolo!
Spargiamo voce che Aquasphere è un gioco a favore delle trivelle a 12 miglia dalla costa con concessioni a vita e anzi la possibilità di trivellare pure sul bagnasciuga di Riccione, e vediamo quello che succede.
Prima della prossima PLAY: pompiamo la notizia che la Fornero sostiene Ora et Labora e l'innalzamento dell'età pensionabile a 80 anni, che Schettino prende le royalty su Concordia, che Ark&Noah è un gioco che copre i preti pedofili, e che Coloretto è un gioco razzista contro i negri.

martedì 12 aprile 2016

La dimensione umana

Devo farmene una ragione: dire Noi della Redazione di fa parecchio figo.
L'ho capito a PLAY, mentre ero in coda, praticamente circondato: c'erano più Redazioni lì che all'Isola del Giglio quando si è ribaltata la Concordia.
Sono reo di mancata Redazione, dell'uso del singolare invece che del plurale, e molto restio a usare l'emblematico "Provato per voi!" che onestamente stento a comprendere visto che io provo unicamente per me.
Io sono per la dimensione umana.

La pizza con mogli e figli viene organizzata con uno scambio di messaggi su whatsapp. Red puntualizza che preferirebbe un posto tranquillo, che ancora ricorda con agghiacciante terrore quando all'Officina dei Balocchi capitammo durante la serata karaoke, una roba proprio trash; Viking avverte che arriverà diretto, che è in giro per piastrelle.

mercoledì 6 aprile 2016

C'è più roba che pane

33.000 visitatori, +10% rispetto alla scorsa edizione, e il panino più grosso della fiera è ancora il mio. Per il secondo anno consecutivo. Senza alcun avversario degno di nota che possa anche soltanto impensierirmi.

L'assenza del Vichingo a PLAY 2016 per motivi lavorativi è semplicemente uno sfregio al gioco da tavolo italiano, come potrebbe esserlo per il cinema Massimo Boldi in Schindler's List 2: Natale a Mauthausen.
Con le mie due fette di pane col mondo in mezzo, vinco per Viking che il contest l'ha inventato, e che avrebbe sicuramente applicato home rules di melanzane sott'olio [seppur con inusitata lentezza].
Tra l'altro avremmo gareggiato in due categorie diverse salvando la nostra amicizia: Panino Più Grosso (io) e Miglior Ripieno (lui).
Red tramezzino da fighetta: non voglio neanche parlarne.