mercoledì 22 febbraio 2017

Meganoidi

Passare il sabato pomeriggio con EFFE ha indiscutibilmente i suoi vantaggi. Anzitutto posso playtestare la mia pazienza. E allenarla. In questo senso EFFE è un personal trainer di esperienza, conosce almeno una ventina di modi diversi per farmi saltare i nervi. Ma come vi ho detto: è solo allenamento e io sono uno sportivo serio, determinato: "Non perdo mai: o vinco o imparo" (cit.).
Un giorno qualcuno organizzerà una grande gara fra me e una dozzina di monaci tibetani, al primo che riesce a far stare in equilibrio una sopra l'altra tre palline da ping pong, e tutto questo mio rinforzare e a lungo sfibrare la pazienza sarà premiato.
E poi EFFE ha un tesserino nel taschino, una roba potentissima, più dell'emblema dello shogun mitsukuni mito e del black lotus foil.
Vi faccio un esempio.
Una volta che eravamo al parco Campizzi con un paio di Moretti da 66cl, è arrivata la polizia.
Concesso: io non ho un aspetto molto rassicurante, grosso e con questa barba nera che fa sempre pensare che abbia un chilo di tritolo nascosto nello zaino. E anche EFFE col suo metro e ottanta per quintale di peso non scherza. Comunque non stavamo facendo niente di particolare, eravamo al parco, seduti su una panchina, e EFFE si stava buttando giù la seconda Moretti [due Moretti da 66cl ogni volta che ci vediamo, EFFE è molto attento ai rituali]. Qualche mamma col passeggino deve averci notato e segnalato alle forze dell'ordine due persone sospette, se non dei terroristi allora minimo due drogati.

martedì 14 febbraio 2017

Prigioniero n°38

Con le mie chiacchiere sul lavoro non ero riuscito a distrarlo. Era uno tosto. Incisivo.
"Apra la bocca" disse ritrovando il filo interdentale del dov'era rimasto.
La fresetta fece un valzer fra i miei canini, mentre la cannuccia aspirava saliva in un gorgogliare di sottofondo.
"Ahiahiahi" disse a metà della mia detartrasi, da dietro la sua mascherina.
"Carie?"
"Peggio"
Il dente del giudizio aveva messo la testa fuori dalla gengiva.
"Quello famoso che speravamo restasse per sempre occluso?" chiesi.
Nella mia bocca dormiva sepolto da 43 anni una specie di Voldemort, che allungava pericolosamente le sue radici verso il mio nervo mandibolare. L'altro dentista che l'aveva scoperto, 25 anni prima, lo aveva scientificamente definito un dito in culo all'ortodonzia.

martedì 7 febbraio 2017

Il pavimento si sgretola

E' il 28 dicembre 2016, e io sono mano per mano con mia figlia. Siamo sul marciapiede e stiamo per entrare nel bar pasticceria della mamma di una sua compagna di scuola, lei, la mia piccola, perchè spera di incontrare la sua amichetta e giocare un po', io per prendere uno dei miei tanti troppi caffè. Quando il cellulare nella mia tasca comincia a vibrare. Rispondo. E' il mio collega d'ufficio. Che mi annuncia che la società per la quale lavoriamo ha appena dichiarato il fallimento.

Entriamo nel bar. C'è tanta gente. Dietro il bancone c'è un'altra barista, non vedo la mamma della compagna di scuola, ma magari è solo nel retro della pasticceria a incartare una torta. Mia figlia mi tira per la giacca. "Chiedile se c'è" mi dice speranzosa. Ma io sto provando a telefonare al mio capo. Terzo tentativo in un minuto. Seguito da un quarto e da un quinto.
Tre. Informazione gratuita. Il numero da lei chiamato potrebbe essere spento o non raggiungibile.